Dal 15 marzo Criptalia ha cominciato a promuovere i propri progetti anche sul mercato spagnolo, divenendo così la prima piattaforma italiana di crowdlending ad espandersi al di fuori del territorio nazionale.
Com’è nata l’idea di esportare la mission di Criptalia sul mercato spagnolo? Cosa accomuna, inoltre, i contesti economici d’Italia e Spagna?
In questo articolo risponderemo a queste due domande e mostreremo come il lancio di Criptalia sul mercato spagnolo, in realtà, sia perfettamente in linea con la capacità di questa piattaforma di radicarsi in contesti nei quali le Piccole e medie imprese, pur ricoprendo un ruolo di rilievo dal punto di vista economico e sociale, risultano fortemente penalizzate.
Cominciamo dall’inizio. L’idea di lanciare Criptalia sul mercato spagnolo, come spesso accade quando ci si trova ad intraprendere sentieri inaspettati, nasce in una giornata qualsiasi, grazie a un incontro “casuale”, ma particolarmente fortunato, fra Diego Dal Cero – CEO di Criptalia – e Marco Nigris.
Attraverso un post intitolato significativamente “L’importanza di rimanere in contatto”, Marco Nigris – ora Country manager di Criptalia – ha raccontato su Linkedin di aver incontrato Diego Dal Cero per la prima volta a Lisbona durante il Websummit del 2019, un evento al quale parteciparono ben 70.000 persone.
“Dopo una mattinata piena di incontri” – scrive Nigris – “ho deciso di fare un salto nell’area italiana, anche perché dopotutto sono italiano per metà, e sono sempre andato d’accordo con gli italiani”. “Diego era lì con un grande sorriso”. “Mi ha parlato un po' del suo progetto, gli ho parlato del mio, e all'improvviso siamo passati dall'italiano allo spagnolo e abbiamo iniziato a parlare di Argentina, Italia e Spagna”.
All’improvviso, in ultima analisi, “ci siamo collegati” e questo è avvenuto sia sul piano della cultura e degli interessi, sia su un “livello personale, non aziendale”.
Il lancio di Criptalia ES è in parte attribuibile, quindi, alla nascita di un’affinità elettiva fra Diego Dal Cero (CEO di Criptalia) e Marco Nigris (ora country manager di Criptalia).
Non è tutto, però. L’espressione “affinità elettiva”, infatti, potrebbe essere applicata anche ai contesti sociali ed economici che questa iniziativa intende mettere in relazione (Italia e Spagna), in quanto il lancio di Criptalia ES, di fatto, non sarebbe stato possibile se le Piccole e medie imprese che operano all’interno di questi due contesti non avessero avuto degli aspetti in comune.
Fra questi, assume senz’altro particolare rilievo il fatto che sia le Piccole e medie imprese italiane sia quelle spagnole scontino la medesima difficoltà nell’ottenere dei prestiti attraverso i canali canonici di finanziamento, soprattutto a causa delle numerosissime garanzie che le banche richiedono prima di concedere a queste realtà produttive la possibilità di ottenere un prestito.
Come nel caso di molte aziende italiane, anche le Piccole e medie imprese spagnole si trovano spesso a dover rinunciare alla realizzazione dei propri progetti di crescita. Ciò avviene soprattutto per due cause: i lunghi iter burocratici necessari per ottenere un prestito bancario le numerosissime garanzie richieste dalle banche.
Fra il 2009 e il 2014 solo “una bassissima percentuale” d’imprese spagnole e italiane non ha incontrato ostacoli nell’ottenere un credito. Lo si evince da un articolo intitolato Il finanziamento delle PMI nei principali paesi dell’UE durante la grande recessione, nel quale Silvia Bonsi e Aurelio Buzzo hanno messo in rilievo i vari aspetti problematici che “queste realtà produttive di piccole dimensioni hanno incontrato nell’accesso al credito in un periodo di profonda crisi come quello che l’Europa sta ancora attraversando”.
Partendo dalla consapevolezza che investire su queste realtà significhi anzitutto sostenere l’economia reale, Criptalia intende invece invertire questa tendenza. Come si legge nell’intervista rilanciata Diego Dal Cero al giornale Expansión – una sorta di Sole 24 ore in salsa iberica – l’obiettivo di Criptalia ES è infatti quello di finanziare, entro il 2021, ben 21 Piccole e medie imprese spagnole.
Una bella sfida? Lo è senz’altro, ma non solo per la startup italiana. Si tratta infatti di una sfida che coinvolge anche la possibilità di sostenere sul piano economico un contesto da sempre molto sottovalutato come il sud dell’Europa: terra del sole, del buon cibo, ma anche di piccoli imprenditori troppo spesso impossibilitati a rilanciare il proprio territorio attraverso l’attuazione delle proprie idee di crescita.