Enolò: tre ingredienti per una storia di successo

L'economia del vino in Italia è un settore di grande rilievo per il Paese. Secondo l'Organizzazione internazionale della vite e del vino (OIV), l'Italia è il terzo produttore di vino al mondo, dopo la Francia e il Cile, con una produzione di circa 48 milioni di ettolitri nel 2020. Del resto, considerata la reputazione dei vini italiani, non c’è da stupirsi! I vini italiani, infatti, sono rinomati in tutto il mondo per la loro qualità e per la loro varietà, che li rende adatti a diverse occasioni di consumo.

Secondo le statistiche del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, nel 2021 il consumo di vino in Italia è stato di circa 42 litri all'anno per persona. Si tratta di una percentuale mediamente alta, che coinvolge in particolar modo i luoghi di convivialità per eccellenza: cene casalinghe, bar e ristoranti. È raro, tuttavia, che un ristorante abbia la possibilità di produrre da sé il vino che serve ai propri clienti. Per realizzare un canale d’incontro fra ristoranti e cantine fornitrici di vino esiste in Italia una piattaforma innovativa di nome Enolò.

Enolò è la Platform Economy del Mondo del Vino nata per consentire a chi necessita di servire del vino ai propri clienti, ad esempio a realtà che operano nel mondo della ristorazione, di acquistarlo in maniera assortita da diverse cantine, abbattendo così il costo della logistica.

Come ci ha spiegato in Live Stefano Baldi, CEO di Enolò, all'interno della piattaforma le cantine pubblicano gli articoli che intendono vendere, descrivendoli con schede molto articolate in modo da poter fornire un’idea completa dei prodotti ai potenziali clienti. Oltre ad acquistare i prodotti messi a disposizione dalle cantine, i ristoratori hanno la possibilità di esibire direttamente le proprie richieste mostrandosi interessate, ad esempio, a un particolare vino della casa, oppure a un numero determinato di bottiglie di vino per realizzare un banchetto. In base alle esigenze espresse dai ristoratori, quindi, le cantine possono presentare loro le proprie offerte in maniera attiva. Si tratta senz’altro di un bel vantaggio per i ristoratori, che possono beneficiare anche di tempistiche di consegna straordinarie. Basti pensare che il 94% delle spedizioni di Enolò arriva al destinatario entro le 24 ore dall’ordine.

Uno dei canali che Enolò ha utilizzato per crescere è proprio EvenFi. Esatto, una piattaforma proprio come Enolò, che anziché mettere in contatto ristoratori e cantine, collega numerosissimi investitori ad aziende che hanno bisogno di liquidità per finanziare i propri progetti di crescita. L’azienda ha richiesto ben due finanziamenti sulla piattaforma ed entrambe le campagne sono state finalizzate con successo.

La prima campagna di finanziamento è servita a Enolò per anticipare gli investimenti necessari per il marketing della piattaforma in previsione di un aumento di capitale. L’azienda ha ricambiato appieno la fiducia dei 721 investitori che hanno erogato il prestito. Infatti, oltre ad aver effettuato sempre con la massima puntualità i pagamenti previsti dal progetto, Enolò ha restituito addirittura in anticipo il capitale ottenuto dagli investitori.

Anche la seconda campagna di finanziamento si è conclusa con un ottimo risultato. Gli investitori, infatti, hanno scelto di premiare la puntualità di Enolò e l’azienda ha ottenuto la liquidità necessaria per realizzare un deposito a temperatura controllata che consentirà di conservare i propri prodotti senza impattare negativamente sull’ambiente.

Da cosa è dipeso il successo di Enolò? In linea generale, potremmo dire dal fatto che si tratta di un’azienda virtuosa su più piani:

• quello dell’attaccamento del territorio e della valorizzazione dei suoi prodotti più rappresentativi (il vino);

• quello dell’innovazione e della tecnologia, che semplificano incontri, affari e collegamenti (in questo caso fra cantine e ristoratori);

• quello ecologico, perché un’impresa è davvero innovativa quando sa tenere insieme la massimizzazione dei guadagni e il benessere comune.